Il mistero di Calciopoli: le schede svizzere (parte seconda)

Il metodo di attribuzione

L’analisi svolta dagli inquirenti, passata alla storia come metodo Di Laroni, è consistita nel cercare di associare ad ogni singola scheda svizzera emersa un probabile utilizzatore. La procedura è stata la seguente: in primo luogo è stata fatta un’analisi delle ubicazioni delle celle telefoniche agganciate in chiamata dalla SIM, al fine di individuare i luoghi maggiormente frequentati dalla stessa e conseguentemente dal suo utilizzatore: questo dato permette di fare un confronto con le residenze e con il luogo di lavoro degli imputati. Il secondo passo è stato quello di verificare la corrispondenza tra la cella accesa dalla scheda telefonica straniera e il luogo in cui si aveva la certezza si trovasse l’utilizzatore inizialmente ipotizzato in relazione a degli eventi specifici, quali potevano essere i raduni di Coverciano o le partite arbitrate per i direttori di gara e le trasferte della Juventus per Moggi. L’abbinamento, per essere certo, doveva essere ripetuto più volte. Altro indizio di una certa valenza è dato dal fatto che alcune di queste schede avevano dei contatti con numeri di gestori italiani (esempi: la scheda attribuita a Dattilo chiama la moglie, quella attribuita a De Santis chiama vari familiari e parenti). Infine è stata fatta, quando possibile, un’interpolazione dei dati delle celle agganciate dai telefoni italiani intercettati (Moggi, Bergamo, Pairetto, De Santis) con quelli svizzeri (non intercettati): in molti casi è risultato che le celle agganciate dai due numeri (italiano e svizzero) erano le stesse, più o meno nello stesso arco temporale: questo significa che in quel periodo le due schede si trovavano nello stesso luogo.

È necessario fare un esempio per comprendere la validità del metodo. A Racalbuto sono state attribuite tre schede svizzere. Una di queste, la 187 finale, è forse la più significativa di tutte perché su questa convergono una mole di dati che lasciano poco spazio ai dubbi su chi usasse quella scheda. Le celle maggiormente agganciate sono celle di Gallarate (Varese), città di residenza dell’arbitro. Dal 4 al 6 novembre 2004 la scheda aggancia celle di Coverciano e Racalbuto è al raduno arbitrale. La stessa cosa accade altre tre volte: il 17 dicembre 2004, il 20 e il 21 gennaio 2005, l’11 e il 12 febbraio 2005 ma non accade dal 25 al 27 novembre 2004 e dal 3 al 5 gennaio 2005 e in quei giorni, infatti, Racalbuto è all’estero. Questa SIM aggancia, inoltre, il 26 ottobre 2004 una cella di Somaglia, che si trova sulla strada tra Piacenza e Varese e, guarda caso, l’arbitro aveva diretto una partita a Piacenza; il 30 ottobre 2004 la SIM è a Messina e Racalbuto arbitra a Messina; il 7 novembre 2004 la SIM è a Verona e Racalbuto arbitra a Verona; la stessa corrispondenza si troverà altre sette volte, nell’ordine: Brescia, Siena, Reggio Calabria, Cagliari, Pescara, Milano e di nuovo Reggio Calabria; il 25 novembre 2004 Racalbuto va ad arbitrare a Lisbona e la SIM aggancia una cella dell’aeroporto di Malpensa. Infine, ad abundantiam, ci sono dei contatti con i numeri italiani di Ingargiola (osservatore arbitrale), Tombolini (arbitro), una certa Maria (coniuge di Tombolini), Farina (guardalinee) e vari contatti con la 194 finale di Moggi. Per un approfondimento della scheda 194 rimando a questo indirizzo del blog Gente della Juve di Claudio Nannetti, in cui sono presenti le analisi specifiche riguardanti ogni scheda telefonica.

Nel 2008 si è svolto un procedimento sportivo nel quale si contestava a Moggi, Fabiani ed alcuni arbitri di aver violato l’art. 1 (slealtà sportiva) del Codice di giustizia sportiva. La slealtà sportiva si sarebbe realizzata nel fatto di aver costituito un sistema di comunicazioni telefoniche riservate tramite queste schede straniere. Trovate qui le motivazioni con le quali la Commissione disciplinare nazionale ha sanzionato i sopramenzionati. Con riferimento alle tre schede di Racalbuto si leggono, a pag. 9, le seguenti parole: “Inoltre da tali schede risultano chiamati i tesserati Bergantino Pietro e Tombolini Daniele che hanno confermato di aver parlato in tali occasioni proprio con il Racalbuto”. Credo quindi che sia ormai fin troppo evidente che a usare quelle schede fosse lui. Dato interessante: la scheda 372 finale (altra utenza attribuita a Racalbuto) contatta il numero italiano di vari arbitri e guardalinee tra cui Pieri, Titomanlio, Foschetti, Dattilo, Maggiani, Trefoloni, Mitro, Tombolini e Gava, il presidente dell’AIA Tullio Lanese, un’utenza della FIGC in uso a Pairetto e anche Foschi, dirigente del Palermo. In pratica con quell’utenza Racalbuto parla con tutti tranne che con Moggi.

Per le altre utenze attribuite il discorso è analogo. Ci sono una serie di dati che permettono di attribuire le schede con un ottimo grado di probabilità, tanto è vero che quattro diversi giudici hanno comunque ritenuto valido il metodo, seppur artigianale. Artigianale perché i dati, sulla base dei quali gli inquirenti hanno attribuito le schede e i pm hanno formulato alcuni capi d’imputazione, non sono stati elaborati con un software certificato forense, ma tutto il lavoro è stato fatto a mano.

Ricordo che non tutte le SIM emerse sono state attribuite: quando i carabinieri si sono trovati ad analizzare una scheda che aveva un traffico limitato, dovuto ad un arco temporale di vita della SIM ristretto, non è stato possibile associare l’utenza ad un probabile utilizzatore. Afferma Di Laroni: “Sono emerse dall’indagine 54 utenze, ne abbiamo analizzate 43, delle quali 3 sono risultate utenze speciali, ossia numeri roaming e numeri di servizio. Quindi ne rimangono 39, di queste 39, un buon grado di probabilità in base a tutti gli indizi e tutto il lavoro svolto, 29 sono state associate ad un probabile utilizzatore”. Tuttavia, i consulenti di Moggi hanno cercato di studiare i tabulati delle schede non attribuite, insospettiti dalle lacune e dalla parzialità delle indagini. Riporto, a proposito, le parole di Nicola Penta, tratte da un’intervista su ju29ro.com, il quale alla domanda su cosa stessero lavorando in quel momento (l’intervista risale all’aprile 2011) rispose: “Visto che nelle intercettazioni qualcosa “era sfuggito” come disse Narducci, abbiamo pensato che anche sulla questione SIM svizzere potesse essere sfuggito qualcosa. E quindi con i consulenti stiamo lavorando sui tabulati per capire se la stessa superficialità sia stata applicata anche nell’analisi delle utenze straniere che l’accusa ha portato agli atti. I risultati che stanno venendo fuori sono estremamente interessanti. Premesso che in Italia negli anni in questione circolavano circa 250 mila SIM estere, è evidente che attribuire una SIM ad un indagato solo perché residente nella città o nella zona in cui aggancia una cella è pura follia. In ogni caso abbiamo scoperto che alcune delle SIM in questione contattano utenze italiane di dirigenti di importanti squadre di calcio, non di Torino, nel periodo osservato. E non mancano alcune curiosità come quella di una SIM svizzera, che aggancia nei giorni dei raduni di Coverciano le celle di Firenze, e che ha sia in entrata che in uscita circa 300 contatti/telefonate con una SIM intestata a Mediaset e, a quanto ci risulta, in uso ad una giornalista sportiva. Non dico altro, ma al momento opportuno valuteremo se pubblicare i risultati della nostra analisi”. Ad ogni modo, ad oggi non è ancora stato pubblicato niente.

Sul metodo adottato dal maresciallo Di Laroni sono state sollevate diverse critiche, soprattutto riguardo al fatto che il numero di contatti tra due schede era diverso a seconda che si esaminasse un’utenza piuttosto che l’altra. Esempio: all’utenza 194 (Moggi) vengono attribuiti 11 contatti in uscita verso l’utenza 495 (De Santis) e 17 in entrata; viceversa, all’utenza 495 (De Santis) vengono attribuiti 40 contatti in uscita verso la 194 (Moggi) e 20 in entrata. Questa contraddizione è stata spiegata nello stesso modo sia dal maresciallo Di Laroni che dall’ingegnere elettrico Giuseppe De Falco, consulente di parte della difesa Fabiani, nel senso che alcuni gestori attribuiscono per una singola telefonata fino a tre contatti (altri gestori uno) e Di Laroni si sarebbe limitato a riportare il tutto, senza eliminare i doppioni. Il metodo è quindi poco attendibile per quanto riguarda il numero di contatti intercorsi tra due utenze. È utilizzabile un dato processuale così impreciso? hanno ribattuto le difese. Inoltre, quando l’avvocato Prioreschi ha controesaminato Di Laroni chiedendogli di controllare il numero di contatti tra due schede, il maresciallo ha cambiato versione… e così quelli che erano 129 contatti tra Moggi e Fabiani, inizialmente riportati nell’informativa, diventano 514.

La stampa ha preso per buono il lavoro degli inquirenti e quindi anche il famoso dato delle 42 telefonate che ci sarebbero state tra Moggi, Fabiani e Bertini nei giorni precedenti Juventus – Milan (ricorderete l’articolo di Marco Mensurati su Repubblica). Bertini, dopo essere stato condannato in primo grado e in appello, sia per l’associazione a delinquere che per la frode sportiva di Juventus – Milan, è stato definitivamente assolto da ogni accusa in Cassazione. Qui potete leggere l’articolo di Francesco Toscano che racconta la storia giudiziaria dell’arbitro aretino. Si è scoperto, poi, che il 42 non indicava la quantità di telefonate (assurda) ma il numero di celle accese dalle tre SIM in questione. La stessa telefonata poteva accendere contemporaneamente trasmittenti (celle) di diversi gestori (TIM, Vodafone, Wind), senza contare che se si è in macchina si può passare molto velocemente da una cella a un’altra. In molti casi è quindi impossibile determinare con certezza il numero delle telefonate, potendosi solo rilevare la sussistenza del contatto. Il pm Capuano, nella sua requisitoria, sembra invece molto più preciso rispetto ai carabinieri nel definire sia la tipologia del contatto (messaggio, tentativo di chiamata, chiamata effettiva) sia la durata delle telefonate. Strano comunque che persone appartenenti allo stesso sodalizio sentano la necessità di confrontarsi in continuazione sul da farsi.

Lo specchietto dei carabinieri sulle conversazioni tra Moggi, Fabiani, Bertini, Bergamo e Pairetto nei giorni precedenti Juve – Milan
Lo specchietto dei carabinieri sulle conversazioni tra Moggi, Fabiani, Bertini, Bergamo e Pairetto nei giorni precedenti Juventus – Milan

L’indagine degli inquirenti avrebbe potuto essere molto più precisa su vari aspetti e presenta alcune lacune: si poteva fare uno studio sul traffico di cella, sul raggio d’azione dei ripetitori telefonici, non è stato verificato se le celle fossero unidirezionali o omnidirezionali, ma soprattutto manca il confronto IMEI-SIM che avrebbe ridotto a zero il margine di errore se qualcuno degli indagati avesse usato con lo stesso cellulare sia la SIM italiana che quella svizzera. Il fatto è tranquillamente aggirabile utilizzando più telefonini, ma resta una lacuna investigativa che, in caso di riscontro positivo, avrebbe messo fine alla discussione. Inoltre, è stata chiesta l’anagrafica solo per le prime tre schede svizzere (Moggi, Bergamo, Pairetto). Per le altre 6 del primo gruppo ci sono solo le dichiarazioni di Teodosio De Cillis che afferma di averle intestate al padre, non ci sono altri riscontri. Ci sono, perciò, altre schede che non si sa chi abbia comprato e non si sa a chi siano intestate. Infine, come già accennato, alcune schede svizzere contattano dei numeri italiani (tra cui anche telefoni di persone vicine agli imputati) ma i carabinieri non hanno mai proceduto all’acquisizione di risconti dichiarativi da parte di tali soggetti, che quindi non hanno mai potuto confermare (o smentire) l’esistenza di queste telefonate. Per esempio, la 194 di Moggi, oltre ad aver telefonato a due cabine telefoniche (cosa che fa sorridere), ha avuto un contatto con un numero italiano intestato a Chirico Ferdinando… Hai mandato Nardone a Como a sentì De Cillis, mandalo a Bari a sentì Chirico Fernando, no? dice Prioreschi in arringa.

La distribuzione delle SIM

Moggi ha consegnato le schede agli arbitri? Per rispondere a questa domanda è necessario passare per De Cillis, proprietario del negozio di telefonia di Chiasso, che è stato recentemente rinviato a giudizio con l’accusa di aver detto il falso quando era testimone a Napoli. La falsa testimonianza verterebbe sulla modalità di acquisizione del documento contenente i numeri di 9 schede svizzere che sarebbero state vendute a Bertolini, per conto di Moggi. Secondo il racconto di De Cillis, è stato lui ad andare dai carabinieri, a Como, a consegnare l’elenco; secondo il maresciallo Nardone, invece, si sono recati loro (carabinieri) a Chiasso (senza avere la rogatoria). Sono quindi stati sollevati diversi dubbi sull’utilizzabilità di quel documento, ma sia il Tribunale che la Corte d’appello hanno rigettato l’eccezione di inutilizzabilità chiesta dalla difesa Moggi. Si è anche ipotizzato che l’elenco contenesse dei numeri che in verità non sarebbero stati venduti a Bertolini. Ma se fosse così, qualcuno mi dovrebbe spiegare come gli inquirenti siano arrivati a conoscere i numeri delle restanti 6 SIM, visto che le prime tre schede scoperte (Moggi, Bergamo, Pairetto) erano citofoniche (si chiamavano solo tra di loro). Quindi, dall’analisi dei tabulati delle prime tre non si potevano trovare le altre, che sono state scoperte tramite la testimonianza di De Cillis. Ma per quale motivo è importante quell’elenco? È importante perché costituisce l’unica prova di consegna di schede ad arbitri. Infatti, se De Cillis afferma di aver venduto a Bertolini determinate schede, le quali sono poi state attribuite da Di Laroni ad alcuni arbitri… è evidente che vi sia stato atto di consegna. Quindi, in definitiva, se si riuscisse a dimostrare che l’elenco sia stato inventato, verrebbe meno la prova della consegna di schede ad arbitri, ma non verrebbe meno l’utilizzo delle SIM da parte degli stessi.

È tuttavia un’associazione organizzata in modo particolare. Infatti non si capisce per quale motivo gli arbitri parlino tranquillamente su scheda italiana con i designatori, prima e dopo le partite, pur essendo in possesso delle SIM svizzere. Esistono dei contatti tra le schede riservate dei due designatori (Bergamo e Pairetto si chiamavano su svizzere) ma non è mai emerso un contatto tra la scheda di uno dei due designatori con quella attribuita ad un arbitro. Bergamo e Pairetto non erano a conoscenza del fatto che anche alcuni arbitri ne fossero in possesso e che le portassero a Coverciano? Eppure molte SIM si attivano nei giorni dei raduni. Inoltre anche i fischietti non parlano tra di loro con le schede svizzere. In verità ciò accade solo in due casi: uno dei due Paparesta parla con la scheda attribuita a Bertini e Pieri parla con Cassarà.

Moggi usa schede diverse per i contatti a seconda che siano con gli arbitri o designatori. La 741 finale (in uso a Moggi) contatta solo la 284 di Bergamo e la 213 di Pairetto. La 194, sempre in uso a Moggi, produce invece traffico verso le schede di tantissimi arbitri. La 334 ha contatti con Racalbuto e Pieri, la 164 con i designatori, la 138 con vari arbitri e con Fabiani, la 832 con un numero riconducibile allo Studio Associato di Marcello Ambrosino e con la SIM svizzera dello stesso guardalinee e, infine, la 996 con la 799 di Pieri e con la 151, scheda non identificata per esiguità di dati.

Continua…

48 pensieri riguardo “Il mistero di Calciopoli: le schede svizzere (parte seconda)

  1. Non so quanto possa esser vero quanto dichiarò Penta sulle schede non attribuite che contattano altri dirigenti ma trovo strano non si siano pubblicati (non mi risulta almeno) i risultati perchè lla cosa metterebbe ancor più in evidenza che tutto ciò che non era utile a far sembrare cupola quella di Moggi veniva accantonato.Noto poi che ad ogni grado di giudizio si son persi personaggi e s’è limato il numero delle frodi. Non un segno di solidità dell’indagine e dell’accusa. Certo una parte ha retto (vedremo come ha retto nelle motivazioni in cui credo qualche crepa ci sarà ancora) ma considerando che si son spese ingenti energie in un’unica direzione e ci si è avvalsi di evoluzioni legislative per ottenere lo scopo il risultato non è dei più brillanti. Spero che per casi non sportivi si facciano le cose in modo un po’ meno dilettantesco (ammesso che la cosa non fosse voluta)…..ma ci credo poco.

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  2. Ciao, bjh!
    Ammesso che le parole di Penta fossero veritiere, la spiegazione della mancata pubblicazione dei risultati sulle restanti SIM che io mi sono dato è che, se li avessero pubblicati, avrebbero di fatto valorizzato tutte le altre attribuzioni (Racalbuto, Bertini, Pieri, etc…) mentre il loro obiettivo principale era dimostrare che il metodo Di Laroni non fosse valido. Quindi, si sarebbero contraddetti. Comunque, al netto della Cassazione, mi sembra che il possesso e i soli contatti svizzeri abbiano perso ogni valenza probatoria. Infatti, ieri, anche Bertini è stato assolto. L’unico condannato rimane De Santis e le due frodi sportive che lo riguardano non c’entrano assolutamente nulla con le schede svizzere. Sono d’accordo con te quando dici che il castello accusatorio ha sempre perso più pezzi, sia uomini che reati fine (frodi sportive). Alla fine sono rimasti Moggi, Giraudo, Mazzini, Pairetto e l’unico braccio operativo è De Santis, che avrebbe ammonito dolosamente Petruzzi e Nastase e salvato la Fiorentina. I promotori, invece, facevano eleggere Carraro in FIGC (quale associazione elegge un capo che non è partecipe della cupola?), eleggevano Galliani in Lega (anche lui, mai imputato di associazione…) e preparavano il dossier contro Della Valle, salvavano la Fiorentina (ma il patron viola non è un associato…) e parlavano di griglie. Poca, poca roba.

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  3. C’è anche racalbuto oltre a de santis e del resto qualche arbitro doveva per forza restare altrimenti eravamo alle comiche. Giraudo ce lo hanno tirato un po’ per i capelli. Poca roba appunto almeno rispetto a quanto si disse nel 2006. Potevano metterla subito sul piatto e ci risparmiavamo nove anni di verità gonfiate a dismisura. Per la non pubblicazione dei dati può essere che sia come dici tu ma dopo il primo grado credo fosse abbastanza evidente che l’attribuzione delle schede non sarebbe più stata messa in discussione. Sarebbe stato un terromoto che avrebbe fatto venir giù tutto l’impianto accusatorio soprattutto a livello mediatico. Cosa impensabile.

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  4. Le frodi di Racalbuto sono molto simili a quelle per cui Bertini e Pieri sono stati assolti e consistono quindi in contatti svizzeri con Moggi prima della partita. Solo che, essendo Racalbuto stato prescritto in appello e non avendo rinunciato alla prescrizione, né il pg né la Corte di cassazione ha esaminato quelle due frodi sportive, già passate in giudicato. Credo che, se avesse rinunciato alla prescrizione, anche la sua posizione sarebbe stata uniformata agli altri e sarebbe quindi stato assolto.

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  5. Si anch’io ho pensato che Racalbuto abbia sbagliato a non seguire i colleghi rinunciando alla prescrizione….non ho ben capito cosa ci potesse perdere tra la condanna in appello e quella in cassazione dal fargli decidere di non rischiare.

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  6. si infatti, ma nemmeno stavano in due gruppi ben distinti, mi sa che ognuno pensava e agiva per sé stesso e se su Racalbuto pesa come un macigno la telefonata che dice Rug a suo favore pesano come due macigni quelle in chiaro a fine primo tempo e del giorno dopo Roma juve.

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  7. Forse con Pieri ha promesso un altro trofeo Berlusconi, so soldi, ma le mie, in questo caso, sono mere chiacchiere da bar, le conversazioni con le svizzere non le ha sentite nessuno e Pieri è stato giustamente assolto perché non si può condannare nessuno sui meri contatti senza sapere cosa si siano detti.

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  8. Io spero che tu stia scherzando. Hai passato anni a parlare del reato di pericolo astratto. Sostenevi che il bene giuridico protetto dalla norma, ossia il corretto e leale svolgimento della competizione, fosse stato messo in pericolo dalle telefonate svizzere perché Moggi ha leso l’imparzialità degli arbitri. E ora, grazie alla presenza di un pg degno di tale carica, che ha assolto Bertini, oltre a ritenere inammissibile il ricorso contro le assoluzioni di Pieri, sostieni che sia stato giusto assolverli perché non si conosce il contenuto delle conversazioni? A me sembra incoerente. Quindi anche Racalbuto andava assolto?

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  9. Eddai, non nasconderti dietro a un dito. Si può anche ammettere una valutazione errata. O sei troppo orgoglioso?

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  10. Ma quando mai, ma tu stai male, è prevalsa la tesi che i contatti muti non possono essere sufficienti per condannare ed io ne ho preso atto, per me sarebbero più che sufficienti ma per i giudici no a parte De Gregorio

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  11. Ok, Rug, è passata la linea che i contatti svizzeri dà soli non bastano per la condanna per frode sportiva. Ma che ne pensi, sinceramente, del fatto che Bertini, Dattilo, Pieri e altri che secondo il metodo Di Laroni avevano la svizzera sono stati assolti anche dall’accusa di associazione a delinquere? Alla fine il metodo Di Laroni per chi ha tenuto, solo per Racalbuto?

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  12. @franctosc, che i contatti svizzeri da soli non bastassero per integrare la frode sportiva era già stato detto dai giudici di primo e secondo grado. Infatti per Siena – Juve e Juve – Chievo c’è sempre stata assoluzione. Per Juve – Milan, invece, oltre ai contatti svizzeri, c’è stata la difesa mediatica da Biscardi. Quindi c’è un elemento in più e c’era condanna (ridicola). Stavo rileggendo come sono stati formulati i capi d’imputazione relativi a Cagliari – Juve (Racalbuto) e Roma – Juve (Racalbuto). Sono due frodi generiche, si parla di atti fraudolenti e basta, esattamente come per Juve – Milan. Nel capo d’imputazione di Dattilo, invece, si parlava delle dolose ammonizioni e della dolosa espulsione e per Fiorentina – Bologna si parlava di dolosa ammonizione dei tre bolognesi. Quindi, per Racalbuto, come già detto, io un’idea di come sarebbe andata se avesse rinunciato alla prescrizione me la sono fatta, vedremo se combacia con ciò che scriveranno nelle motivazioni. Il metodo Di Laroni ha retto per tutti, nel senso che le attribuzioni non sono in dubbio, ma il possesso di scheda svizzera e le conversazioni non intercettate hanno perso ogni valore probatorio per il semplice fatto che non si sa cosa si siano detti.
    @ruggierodistaso, in quell’articolo sostenevi che in Cassazione sarebbe stato tutto confermato e che le sentenze fossero giuste, salvo poi chiedere l’assoluzione di Dattilo e la condanna di Pieri. Non mi sembra sia andata proprio così, viste le assoluzioni di Dattilo (su cui la pensavi come noi) e Bertini (che invece credo ti abbia stupito).

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  13. Sulla condanna di Pieri ti sbagli, ho semplicemente scritto che o me li condanni tutti e due o me li assolvi tutti e due. Non puoi condannare Moggi e assolvere Pieri. Ma la Cassazione sul punto non ha deciso perché Moggi si è avvalso della prescrizione ma dato che ha respinto il ricorso della Procura di Napoli su Pieri, logica vuole che se Moggi non si fosse avvalso della prescrizione sarebbe stato assolto su quel capo (Bologna Juve). Moggi si è avvalso della prescrizione, e da lungo tempo, per il semplice fatto che, se nella peggiore delle ipotesi veniva confermata la sentenza Casoria, 5 anni e 8 mesi, adesso stava in galera. Per quanto riguarda Bertini, non mi mettete in bocca cose che non ho mai detto, il capo M noi non lo abbiamo mai analizzato, per il resto l’impianto accusatorio, inteso come i principi che sostengono le condanne (imparzialità del giudice di gara lesa da contatti con soggetti esterni al mondo arbitrale) ha retto benissimo.

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  14. Che abbia retto benissimo ho qualche dubbio, @Rug. Se vale il metodo Di Laroni i contatti dell’arbitro con soggetti esterni ci sono stati eccome, eppure ci sono state le assoluzioni. Semmai le sentenze hanno sancito che non qualunque tipo di contatto è fraudolento, ma deve esserci un contatto in qualche modo indicativo di reato (che poi è quello che ho sempre detto io) e una semplice telefonata non lo è.

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  15. La condanna di Dattilo era anomala perché nelle motivazioni si affermava una cosa palesemente falsa, ossia che c’erano stati contatti su svizzera Dattilo – Moggi prima della partita.

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  16. Credo che anche su Bertini ci sia un errore nelle SIM, quella che fa i famosi 45 contatti, che, mi sembradi ricordare, non sia quella attribuitagli per via della residenza, che si attiva successivamente alla partita.

    La cosa che piu mi manda in bestia e’ che la storia della SIM di Dattilo c’era in primo grado e qualuno l’ha ricopiata pari pari nelle motivazioni del secondo. Dubito che nel ricorso in appello, il suo difensore non lo abbia fatto notare.

    Qualcosa sara sfuggito…. per nove anni.

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  17. Esatto. Si diceva che aveva avuto contatti con Moggi in prossimità della partita, ma i contatti furono due mesi dopo. Gli altri motivi per cui era anomala quali sono? Comunque, da quel che ricordo, nessuno di noi ha ritenuto particolarmente anomala la condanna di Bertini, invece. Ricordo male?

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  18. Funzionale…… ….chiamo Dattilo su svizzera per chiedergli se gli sembra appropriato come aggettivo per la sua bicondanna ora cancellata. “tuu tuu tuu…..l’utente desiderato risponderà tra due mesi”.

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  19. Francamente dopo avervi letto qui ed altrove
    La confusione regna nella mia testa
    se le schede svizzere non sono cosi’ determinanti
    Le frodi analizzate una per una le avete smontate
    la consumazione anticipata funziona a intermittenza
    Rug che comincia ad avere tanti dubbi
    Felix se ho ben capito non é juventino

    Ma per che cavolo di ragione non hanno assolto tutti
    ma che cosa resta ancora in piedi a supporto delle teorie accusatorie???

    Facile dire che il teorema accusatorio ha retto
    Ma é estremamente difficile capire in base a cosa

    Comunque é andata a finire come previsto da copione

    Questa condanna non riguarda Moggi Giraudo Mazzini e De Santis (da Moggiopoli del calcio ci si riduce a questi 4 morti di fame e 200ml€ buttati dalla finestra) loro ne sono le vittime predestinate

    Questa é una condanna all’operato della FGC ed al suo funzionamento

    e dulcis in fundo uno sputtanamento della procura di Napoli Lepore Auricchio e consoci
    che non ci hanno capito una mazza
    ed é palese che Lapore Auricchio e consoci se la sono presi con i piu’ deboli perché avevano una paura tremenda della Mianesi il Duopolio Moratti Berlusconi da loro protette e indagate solo di striscio per corroborare le indagini a senso unico su Moggi e Giraudo

    una vocina fuori dal coro

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  20. Racalbuto possedeva una scheda straniera.
    Quindi?
    Parlava con colleghi, amici e parenti.
    Quindi?
    Gliela avrebbe data Moggi. Ne abbiamo prove certe?
    Il resto delle elucubrazioni fatte da Carabinieri e Procura sono smontate benissimo, bravo.

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  21. Racalbuto non solo parlava con colleghi, amici e parenti (con una delle tre schede) ma aveva contatti anche con la scheda svizzera 194 finale, attribuita a Moggi. Stando alla testimonianza di De Cillis, una delle schede che lui dice di aver venduto a Bertolini è poi stata attribuita a Racalbuto. Quindi in qualche modo Bertolini (o Moggi, o qualche uomo di Moggi) la scheda a Racalbuto deve averla data. Sennò come ci è finita a Gallarate?
    Con questa serie di articoli voglio solo fare chiarezza, riportando sia i dati di fatto “utili” all’accusa che alla difesa, e dimostrare che molto probabilmente anche Moggi aveva dei contatti con una parte del mondo arbitrale. Quindi, già lo sai, ma ripeto che per me di frodi sportive con le schede svizzere, Biscardi o non Biscardi, non si può parlare per il semplice motivo che non si conosce il contenuto dei contatti. Non a caso nel procedimento sportivo del 2008 si contestò la slealtà sportiva (art. 1) e non indimostrabili illeciti (art.6). Curioso comunque che una delle tre schede di Racalbuto abbia contattato anche Foschi, dirigente del Palermo… non trovi?

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  22. Non è poco che l accusa abbia sostenuto l’ ipotesi di frode sportiva e associazione a delinquere senza prima ascoltare le intercettazioni telefoniche sulle schede svizzere. Francamente inaccettabile .

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  23. fermo restando che nessun arbitro ha ammesso di aver ricevuto schede di qualsiasi genere da moggi,il punto focale dell’accusa sono state le schede svizzere e ciò indipendentemente se sono state ascoltate(o ascoltabili…) o meno in quanto,a detta dei pm e dei giudicanti,il loro semplice possesso fosse la prova di un’associazione volta a determinare lo svolgimento del campionato;a fronte di ciò,perchè tutti gli arbiri coinvolti,ad eccezione di racalbuto e de santis,sono stati pienamente assolti e gli altri presunti cupolari no?
    massimo

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  24. Credo che nessun arbitro sano di mente ammetterebbe mai di aver ricevuto una scheda da un dirigente. Comunque sia, gli arbitri, a parte Racalbuto e De Santis, sono stati assolti perché chi ha giudicato ha ritenuto che il solo possesso di una scheda riservata non fosse sufficiente a configurare la partecipazione all’associazione. Per i designatori e Mazzini ci sono altri elementi: intercettazioni in chiaro, cene.

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  25. A conferma di quanto dice Felix prendete il caso Ambrosino: assolto eppure possessore di svizzera. Apporto all’associazione zero, altri elementi zero.Era imputato per associazione e due frodi.

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  26. Posso farvi notare che non c’é vera prova che un arbitro avesse le sim
    dopo nove anni la Cassazione conferma il si “presume che”
    gli arbitri hanno sempre negato di aver ricevuto da Moggi le schede (sani di mente o no )il quale ha sempre negato di averne date
    come on!!! come mai verso fine indagine non hanno fatto una bella perquisizione ??
    Come ben racconta Claudio ste sim si attivavano quasi tutte (secondo il Di Laroni) in prossimità o durante il raduno degli arbitri
    avrebbero trovato la famosa pistola fumante e invece niente,
    sembra fatto apposta, le intercettazioni erano possibili e non le hanno fatte
    il sequestro di almeno una scheda di un arbitro era possibilissimo ma non lo hanno fatto
    Pieri dice una cosa banale ma verissima
    “Ma come mai su 171.000 intercettazioni non c’é ne una di Moggi che parla di calcio mercato
    IL Re del mercato che intercettatissimo su quelle nazionali non parla mai di calcio mercato”

    ascoltate questo link

    fa impressione vedere gli juventini semre in difesa
    l’interista che continua a professarsi immacolato

    e dulcis in fundo
    ‘ lo spietato “Il Milanista”
    ascoltarlo fa tenerezza perché prende pre il culo prima se stesso e dopo chi ascolta

    dopo 9 anni di dibattimento ha ancora il barbaro coraggio di fare distinguo
    tra l’operato di Moggi da lui ritenuto gravissmo
    e lo stesso Operato fatto da Galliani (l’innocentissimo)

    Che peccato che il becero Tifo oscuri la vista e non vuol capire che se nel mirino ci finiva Galliani con quel modo di indagare oggi ci siederebbe lui sulla sedia di Moggi

    Toccante l’intervento di De santis

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  27. Confessare il possesso di scheda estera non sarebbe un bel biglietto da visita quindi anche chi le ha avute ( se non c’è prova schiacciante o meglio prova inconfutabile) è ovvio che neghi. Io ho detto che senza i contenuti delle telefonate non si può condannare ma se fossi nella posizione di decidere chi arbitra e chi no e venissi a sapere che il tal arbitro parla abitualmente col tal dirigente su scheda estera o italiana porrei immediatamente fine alla sua carriera. Idem se avessi una squadra mia e scoprissi che un mio dirigente contatta arbitri o deisgnatori in occasioni non ufficiali….cambierei dirigente. Certo potrebbe capitare quella volta per un evento eccezionale ma se diventa cosa normale non mi starebbe bene. L’andazzo generale era (credo sia ancora oggi) ben diverso

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  28. @paolobxl mi dai l’occasione per intervenire su un punto che finora non è stato mai chiarito anche se è tirato in ballo spesso. Cito:
    – Pieri dice una cosa banale ma verissima
    “Ma come mai su 171.000 intercettazioni non c’é ne una di Moggi che parla di calcio mercato
    IL Re del mercato che intercettatissimo su quelle nazionali non parla mai di calcio mercato”.

    La realtà è che ovviamente non tutte queste 171.000 intercettazioni sono state divulgate. Tutta l’inchiesta e le sentenze si basano su non più di un centinaio di telefonate, mettiamo anche duecento, non le ho mai contate. Quelle tirate fuori dalla difesa di Moggi saranno qualche altro centinaio al massimo. Ma la gran parte delle telefonate non sono mai state pubblicate, ed è ovvio che in quella massa ci siano tutte le intercettazioni private degli indagati, e immagino anche quelle in cui Moggi parla di mercato. Quelle a noi note sono solo una piccolissima minoranza. Sicuramente ce ne saranno state anche altre interessanti (per dire, anche delle chiamate che Bergamo e Pairetto si scambiavano ne conosciamo pochissime, sicuramente ce ne saranno molte altre non note), ma credo che nessuno sia in grado di ricostruire l’intero contenuto delle telefonate effettivamente intercettate.

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  29. riflessione corretta
    posso solo presumere che se c’erano i cc le avrebbero usate contro Moggi
    solo per smontare la sua teoria che erano state aquistate per il calcio mercato e protegersi dalle intercettazioni di Tavaroli
    e rafforzare la loro toria che erano state aquistate solo per darle agli arbitri

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  30. domanda tecnica:
    cosa vuol dire condanna a un anno con pena sospesa??
    e cosa porta a questo tipo di condanne??

    cioe’ é condannato ma in fin dei conti non é condannato???

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  31. Guarda @paolobxl, io credo che i cc abbiano selezionato le intercettazioni che interessavano loro e poi stop, non hanno mai riesaminato il materiale per tirare fuori nuove intercettazioni. L’obiezione di Moggi sulle svizzere usate per il mercato è stata tirata fuori solo in tempi abbastanza recenti, quando però ormai si era alla vigilia della pronuncia di appello; e sinceramente io non ho visto nemmeno lo stesso Moggi tanto convinto di questa spiegazione. Evidentemente siamo tutti curiosi di sapere cosa ci sia in quelle 171.000 telefonate, sicuramente ce ne saranno altre interessanti per i fini dei processi, perchè è vero che i legali di Moggi le hanno riascoltate, ma sono così tante che credo nemmeno loro stessi abbiano esaminato accuratamente tutto.

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