Abbiamo appurato, dunque, che il Messina era effettivamente una società vicina a Moggi e alla Juventus, senza che della cosa si facesse mistero (link). E abbiamo anche visto che in quella stagione i peloritani sono effettivamente abbastanza fortunati con le decisioni arbitrali, cosa che suscita le ire delle altre concorrenti per la promozione. Del resto, il saldo delle decisioni arbitrali nel campionato di B 2003-2004 è decisamente favorevole al Messina non solo con gli arbitri della presunta “combriccola romana” denunciata da alcuni presidenti avversari, ma anche con altri fischietti (link). Se dunque le voci e i sospetti si concentrarono su Palanca e Gabriele, e non, per esempio, su Tombolini (4 rigori concessi in 4 partite con il Messina) doveva esserci qualche altro motivo, legato non solo a quanto accadeva sul campo. Tanto più che un testimone come Carletto Ancelotti, interrogato dall’Ufficio Indagini della FIGC l’8 giugno 2006, ha affermato che tra Moggi e Tombolini c’era, a suo dire, un rapporto molto confidenziale, analogo a quello tra Moggi e De Santis. Nel 1999 Tombolini e De Santis furono avversari nella corsa a un posto da internazionale; il primo, raccontano le cronache dell’epoca, sostenuto da Bergamo, il secondo, che ebbe la meglio, da Pairetto. Ad ogni modo Tombolini è marchigiano, e non è mai stato sfiorato dall’inchiesta di Calciopoli; noi invece, dobbiamo provare a rispondere alla terza domanda che avevamo posto nella seconda puntata della serie.
3) Esisteva davvero una “combriccola romana” di arbitri?